Si terrà venerdì 11 marzo, alle ore
19:00, presso l’Atelier Albachiara (via Toledo 329 – NA), la presentazione del
fashion project di Susi Sposito, designer di moda, “Il
coraggio di essere Frida”.
Frida
Kahlo,
pittrice messicana (Coyoacàn, 6 luglio 1907 – Coyoacàn, 13 luglio 1954), è la musa ispiratrice del progetto: essere Frida
vuol dire Considerare il proprio mondo interiore una risorsa e non un limite.
Rifiutare l’omologazione rassicurante di una società che ci vuole tutti uguali.
Guardarsi dentro, scoprirsi unici e preziosi e rivelarsi al mondo.
Questa è l’anima de “Il coraggio di essere Frida”, il
fashion project di Susi Sposito che trae profonda ispirazione dalla
mostra “Todos podem ser Frida”della fotografa brasiliana Camila Fontanele de
Miranda, curata da Sueli Viana De Micco e incentrata sul tema della diversità.
Il fashion project prevede l’ esposizione, per la prima
volta a Napoli, dei lavori di “Todos podem ser Frida” e una performance
fotografica dal vivo che coinvolgerà il pubblico permettendo a chi lo vorrà
di entrare letteralmente nei panni di Frida e fare proprio il suo coraggio di
rappresentare esteticamente sé stessi.
Per l’occasione, la fashion designer di lusso Susi Sposito ha
creato una collezione di abiti interamente ispirata a Frida Kahlo,
una donna fragile ma forte, un’icona di bellezza non canonica e di coraggio. La
collezione riprende i motivi e i concetti dei ritratti e delle fotografie di
Frida Kahlo: una natura lussureggiante che dallo sfondo fuoriesce fino a
decorare le stoffe, materiali all’apparenza grezzi ma preziosi nella
loro composizione come la seta buretta, e ancora scialli, frange,
corpetti e gonne abbondanti ispirati alla moda messicana di inizio novecento.
A partire dall’11 marzo (e fino al 25 marzo), l’atelierAlbaChiara di Susi Sposito, sito al centro storico di Napoli, diventerà art
gallery e set fotografico per la durata di due settimane, durante le quali un team
di artisti riporterà i tratti caratteristici della pittrice messicana più
famosa dei nostri tempi sui volti di persone diverse non solo per genere, età e
professione, ma uniche in quanto individui, chiamandole a portare fuori la
propria identità davanti all’obiettivo di Alessandro Tarantino,
fotografo ufficiale e partner del progetto. Occhio attento a catturare il tempo
nell’attimo, Tarantino si distingue per l’atmosfera vintage e delicata che
conferisce ai suoi lavori e per la capacità di valorizzare un’immagine senza
artifici.
Collaboreranno in team: per il trucco, Marina Caragallo,
giovane make up artist partenopea specializzata nel settore fotografico ed
artistico; per gli accessori, Sara Lubrano, designer di gioielli che
coniuga la manualità artigiana e l’estrosità artistica in creazioni uniche e
raffinate.
“Il coraggio di essere Frida” sarà inaugurato venerdì 11
marzo, ore 19, presso l’Atelier Albachiara, con la straordinaria
partecipazione di Maria Carmela Masi, storico dell’arte della Reggia di
Caserta, e tanti ospiti a sorpresa.
INTERVISTA A SUSI SPOSITO, DESIGNER E FORMATRICE
AZIENDALE
«Come nasce la tua
passione per la moda?»
«A pensarci bene non esiste un tempo preciso in cui ho
scoperto la mia passione per la moda. Sono nata in uno dei piccoli paesi dei distretti
manufatturieri della Campania, i miei avevano un'azienda di abbigliamento da
uomo ed io sono sempre vissuta tra pezzi di stoffa e macchine da cucire. Facevo
abiti alle barbie e sognavo di trasformarli in abiti veri. Ho fatto gli studi
canonici: il liceo, l'orientale ma ho ottenuto dai miei l'iscrizione a un corso
di designer di moda. Mi diplomai al liceo a luglio e al corso di moda a
settembre. Dopo tre anni lasciai il corso di laurea in lingue per dedicarmi
totalmente alla mia passione.»
«Cosa ti ha
spinto a creare il brand Kira Emanuelli?»
«Ho creato il marchio Kira Emanuelli quando ero appena
ventenne, non avevo voglia di essere semplicemente una designer, volevo vivere
e respirare tutte le fasi della lavorazione, Ero nata nei luoghi del fare e
quella era la mia passione, non avrei mai potuto lasciare il processo a metà,
La sfida con Kira Emanuelli è stata vinta. Nel 2001 arrivo a Milano con uno
showroom monobrand nel quadrilatero della moda, l'export va benissimo e tra i
clienti ci sono grossi nomi degli Emirati, della Russia e dell'UK. Nel 2009 la
vita mi pone davanti delle scelte diverse e io le accetto e così finisce
un'avventura.»
«Qual è il
percorso che ti ha portato a diventare Formatrice?»
«Ho
scelto di diventare formatrice nel '98. Mi chiamarono a tenere un corso di
"self marketing" in un istituto professionale. Accettai un po’
divertita, ma mi si aprì un mondo. Insegnare non è mai un processo comunicativo
ad una via, ciò che si ottiene in cambio mentre insegni è impagabile. L'umanità
e l'emozione che si sprigiona in un corso di formazione ben riuscito è
inspiegabile. Decisi di riprendere gli studi e dedicarmi alla mia seconda
passione: la formazione. Da allora ho tenuto corsi di formazione su tematiche
diverse, ma ho sempre preferito tenerli nei cosiddetti luoghi a rischio. Nei
luoghi che noi chiamiamo disagiati circola un amore introvabile altrove e
succede che te ne ritrovi innamorata. Penso che in fondo pur avendo un animo tranquillo amo le sfide e nel 2012
me ne sono andata in Cina. Lavoravo come esperta nelle linee di abbigliamento
di una multinazionale che produceva trenta noti marchi di abbigliamento
italiani e due volte a settimana tenevo corsi nella facoltà di moda del Campus
universitario di Hangzhou. Un'esperienza stupenda e indimenticabile. Ma accade
che Napoli chiama e i napoletani tornano, e sono tornata.»
«Cosa è possibile
trovare all’interno dell’Atelier Albachiara, da te fondato?»
« La mia
nuova sfida si chiama Albachiara. Non è un marchio. Albachiara è un luogo.
Il
mio luogo del cuore e del fare. difficile da spiegare, ma è proprio così. E' un
posto bellissimo nel cuore di Napoli, lì ci sono le mie collezioni a cui lavoro
ogni giorno. Sono proposte, progetti che divengono realtà. Le passioni se le
hai non ti abbandonano mai, allora hai le idee, ma anche la voglia di
condividerle queste idee. E' così che nascono i miei corsi di formazione, come
l'ultimo "I love vintage". Ho tenuto corsi di riciclo creativo totalmente
gratuiti. Io mi affeziono alle piccole cose e capita che conservo abiti vecchi,
borsette, pezzi di stoffa e piccoli mobili, ma capita anche che la mia anima
creativa abbia voglia di farli rivivere, di dare una nuova opportunità a pezzi
di vita e così nascono abiti nuovi da quelli vecchi. Ho immaginato che
potessero esserci donne come me e ne ho trovate tante. Ho insegnato loro il
fare. Nel
tempo dei "non luoghi" di Bauman, nel mio "luogo" si può
passare per una abito, per una mostra di quadri, per un corso di formazione, ma
anche solo per un caffè, perché i rapporti umani sono il bene più prezioso che
abbiamo.»